Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/134

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che dimostrando senza tener conto delle gravi obbiezioni di Schlegel, e riproducendo alcune triviali osservazioni del Rossetti e dell’Aroux. Eppure non era qui luogo a dir si e no. Ben era degno dell’ingegno di Lamennais entrare risolutamente in quella questione e farla finita, sceverando il vero da tutte le esagerazioni, a cui l’amor di sistema ha sospinto il cementatore italiano e il francese che hanno ridotto la Divina Commedia ad una sciarada politica. Nel capitolo primo e nel quarto e nel quinto vediamo qualche nuovo orizzonte: lo stile è piú colorito e animato. Se non che l’autore vi si è posto con certe preoccupazioni, guardando piú ai nostri tempi che a Dante. Nella civiltá moderna entra come fattore il solo elemento cattolico ed il germanico, o anche l’elemento latino? Il cattolicismo può stare con la libertá? Il papato è stato favorevole alla libertá italiana? Quistioni gravissime senza dubbio: ma qui la Divina Commedia non è piú il principale, ma un’occasione, di cui si vale il Lamennais per gittare prima di morire la sua ultima parola nelle appassionate discussioni che ci agitano al presente. Ed essendo quistioni incidenti, non è meraviglia che elle non sieno trattate in quel modo definitivo che toghe l’adito alla replica: sono piuttosto sfoghi d’animo indegnato contro il triste presente, che ragionamenti fatti con uno scopo serio. Per dir breve ei mi pare che la morte abbia tolto a Lamennais di meglio determinare il suo disegno, di ordirne con piú accuratezza le fila e di dare alle questioni quel compiuto sviluppo, quel non so che di finito, che ci fa dire: — Ecco una veritá messa in sodo. — Ma se al suo lavoro manca quel vedere da alto e da lungi, che ci fa addentrare in un soggetto ed afferrarne tutte le parti vive, non vi desideri mai alcuna dote esterna di stile, chiarezza, efficacia, splendore. L’esposizione, per esempio, della dottrina scientifica, su cui è edificato il paradiso dantesco, è fatta con molta lucidezza, pregio che manca a Göschel, quantunque il suo lavoro intorno allo stesso argomento sia assai profondo e determinato. Il carattere proprio della Divina Commedia, di riassumere il passato ed accennare all’avvenire, è espresso con una vivacitá e giovinezza d’impressione, che par non credibile, chi pensi