Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/108

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102 saggi critici

tu non puoi rappresentarle, se loro non dai apparenza di persona; nel solo amore l’anima trova sé stessa in un’altra anima; nei solo amore è realtá quello che altrove è figura. Leggete la Vita nuova, primo racconto intimo de’ tempi moderni, leggete la lirica dantesca. Parecchie canzoni e sonetti hanno per fondamento un fatto reale, che, quasi focile, cava dalla sua anima vive scintille; un fatto di per sé insignificante e comune, ma di potentissimo effetto sul cuore degli amanti. Un saluto, un incontro, uno sguardo basta a destare in lui moti ineffabili, estasi, visioni, rapimenti, delirii. Né è maraviglia, perché il sentimento è infinito ed indivisibile, l’amante effettua nell’amato tutto sé stesso; un menomo nulla, un guanto, un fiore, un sorriso, fa risuonare tutte le corde dell’anima.

Beatrice mori, e, dopo di averla rimpianta e cantata alcun tempo, Dante prese un indirizzo pratico e politico. Ai tranquilli studi, all’amore sottentrarono le domestiche cure e le passioni della vita pubblica. A Dante artista succede Dante cittadino. E qui l’uomo suole rivelarsi a sé stesso come carattere, acquista coscienza della sua personalitá e sforzasi d’imporla altrui. La personalitá talora si fiacca contro gli ostacoli, talora vi si ritempra. In questa forza di resistenza è posto principalmente ciò che dicesi un gran carattere. Ma ci è grandezza e grandezza. Ci è uomini d’azione, nati a signoria, che sanno piegarsi, blandire per meglio trarre a sé gli altri, che, guardando inflessibili ad uno scopo, sanno pur prendere mille ingannevoli aspetti, incompresi dal volgo che li chiama mutabili, e consapevoli essi soli di esser sempre rimasi sé stessi. Dante non avea questa specie di grandezza; non era nato per essere un capo-parte, e tenea piú del Catone che del Cesare; gli uomini di questa tempra nascono sventurati, ammirati sempre, ascoltati mai.

                              

Giusti son due, ma non vi sono intesi!

                              

Inflessibile e severo, fu uomo di passione e di convinzione, e non seppe comprendere né tollerare i vizi e gli errori de’ suoi contemporanei, né farne suo prò, né mescolarsi tra gli interessi e le ipocrisie e le violenze per trarre di male bene, com’è pur