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schopenhauer e leopardi 123


A. Eccoci con l’identitá del pensiero e dell’essere, la mala pianta. E fosse almeno cosa nuova! Il mio maestro mi citava queste parole di Spinoza: «Substantia cogitans et substantia extensa una eademque est substantia;... mens et corpus una eademque est res».

D. Ma vedi il furbo, dice Schopenhauer. Kant oppone il fenomeno alla cosa in sé; ed egli per disviare il pubblico dalla cosa in sé vi sostituisce a poco a poco il pensiero e l’essere; e ti cambia le carte in mano. Ma la gente se ne accorse, ed andavano cercando il reale nell’ideale, e non lo trovavano. — Io lo veggo, io, diceva egli, perché io ho un buon cannocchiale, che si chiama l’intuizione intellettuale; e se voi non lo vedete, strofinatevi gli occhi. — Hegel ebbe pietá di quei poveri occhi, e disse: — Aspettate, ve lo voglio far vedere anche ad occhi chiusi — . E propose il processo dialettico. Vale a dire tolse il pensiero dal cervello, e ne fece la cosa in sé, l’assoluto, l’idea, dotata di una irrequietezza interna, che non le lascia mai requie, un essere vero e vivo, che per proprio impulso e secondo le sue leggi evolutive cammina, cammina attraverso i secoli. Cosi predicata con isfacciataggine, creduta con melensaggine, fu accreditata la dottrina dell’idea. Hegel diede al mondo tutte le qualitá, compresa l’onniscienza, che si attribuivano a Dio; e, confondendo la metafisica con la logica, fece dell’universo una logica animata.

A. Che i governi hanno dispersa a colpi di bombe, di fucili, di forbici.

D. Fichte fu la caricatura di Kant; Hegel fu il buffone di Schelling, e lo ha fatto ridicolo con quell’idea che si move da sé, con quei concetti che diventano, con quelle contraddizioni che generano. Volete istupidire un giovane, renderlo per sempre inetto a pensare? Mettetegli in mano un libro di Hegel. E quando leggerá che l’essere è il nulla, che l’infinito è il finito, che il generale è il particolare, che la storia è un sillogismo, finirá con l’andare nello spedale dei pazzi...

A. O nella Vicaria a fare un sillogismo co’ ladri; che per poco non ci capitai io. Dagli, dagli, Schopenhauer.

D. Hegel è il gran peccatore, e Schopenhauer ce l’ha con