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schopenhauer e leopardi | 157 |
induzione e deduzione. Ora, il metodo filosofico non è per niente diverso da quello di tutte le scienze empiriche, e dee essere analitico, che è quanto dire induttivo, prendere a fondamento l’esperienza e da quella cavare i giudizi: al che si richiede una facoltá apposita, ch’egli chiama la facoltá del giudizio, posta di mezzo fra l’intelletto e la ragione, l’intelletto che vede e la ragione che forma i concetti. Il filosofo vede e non dimostra. E te lo prova la stessa parola evidenza, la quale è derivata manifestamente dal verbo vedere. Ma per un antico pregiudizio è invalso che la filosofia debba partire dal generale e scendere al particolare; il che si chiama dedurre, e si fa per via di dimostrazione. E ne è nata l’opinione che senza dimostrazione non ci è vera veritá. Ma dimostrare è cosa facilissima, e non vi si richiede che il senso comune; laddove per cavare la veritá dagli oggetti si richiede quella tal facoltá del giudizio, che è conceduta a pochissimi. Perché a questa operazione è necessario conoscere bene i due procedimenti di cui parla Platone e Kant, l’omogeneitá e la specificazione, cioè a dire, cogliere negli oggetti quello che hanno di simile e quello che hanno di proprio, coordinare e subordinare, non andare a salti, non lasciar lacune, rispettare ogni differenza ed ogni somiglianza. Aggiungi che il metodo dimostrativo è noiosissimo, perché, come nel generale sono contenuti tutt’ i particolari, alla prima pagina sai giá quello che viene appresso, e gli è come un aggirarti ogni di nella piazza S. Marco; laddove ne’ libri di Schopenhauer trovi una varietá infinita che solletica la curiositá e ti fa come viaggiare di una cittá in un’altra. Oltre a questo, una filosofia fondata sopra concetti generali, come assoluta sostanza, Dio, infinito, finito, identitá assoluta, essere, essenza, è come campata in
aria e non può mai cogliere la realtá. E qui, pieno il petto di santo sdegno, Arturo fa fuoco addosso a Schelling, ad Hegel ed a tutt’ i moderni fabbricatori di concetti1. Costoro ti danno una filosofia di parole, dove egli ti dá una filosofia di cose. Perché dal suo osservatorio guarda ben bene gli oggetti, vede
- ↑ Parerga und Paralipomena, I, i22. — Die Welt als Wille und Vorstellung, II i2i; II, 83.