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i70 | saggi critici |
che ti giustifichi. La Lucrezia francese ama le metafore e gl’ indovinelli.
. . . . Mais il reste un juge. |
Il solito imbecille, che non capisce mai nulla, domanda cosí alla stordita:
. . . . . . . — Et qui donc? Moi — . |
Udite questo secondo «moi», cosí pieno e sonoro; il povero Ponsard è tormentato dal «moi» di Corneille; e mira anche lui al sublime. In veritá, se ha voluto essere classico, non ci è niente di cosí poco classico che questa tragedia. E quando io penso che la Carlotta Corday è ancora piú giú, e non merita proprio che se ne faccia menzione speciale, mi par di poter affermare che il Ponsard, buon facitore di versi, è un poeta appena di second’ordine, e se pur passerá ai posteri, sará perché s’ incontrerá il suo nome nelle biografie di Victor Hugo.
[Nella «Gazzetta Piemontese», n. 3, 4 gennaio i859.]