Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/18

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i2 saggi critici


Schlegel ha ragione contro i critici suoi avversari, che ponevano la quistione a quel modo: li combatte con le stesse loro armi. Ha ragione contro Racine critico, che non avea coscienza piena del suo lavoro, ed era anch’egli impastoiato in quelle false teorie, come Dante e il Tasso. Ma Schlegel ha torto per rispetto a Racine poeta, per rispetto all’arte.

Ripeto la mia ipotesi. Poniamo che la tragedia di Racine avesse tutto quello che desidera Schlegel; che i fatti fossero verisimili, che non si contravvenisse mai al decoro, né alla moralitá, che la dignitá della natura umana fosse salva, che vi fosse uno scopo provvidenziale; sarebbe perciò una buona tragedia? Il buon senso risponde di no. Una tragedia può avere tutti questi caratteri, ed essere mediocrissima. E se ciò è vero, questi caratteri sono accidenti, accessori piú o meno importanti, non l’assoluto, l’essenziale, il fondamento della tragedia.

La critica di Schlegel parve profonda in quel tempo, in cui quelle quistioni non erano ancora abbastanza chiarite e discusse. Oggi le sono luoghi comuni, e sarebbe oramai tempo che fossero sbandite dalla critica italiana, e ch’ella si levasse al vero concetto dell’arte. La critica si è troppo intrattenuta sul contenuto, sulla materia astratta della poesia. Che gli eruditi m’informino quali sieno e di che qualitá i materiali, di cui si è servito Racine, bene sta. Ma ciò che importa, e ciò che la critica spesso trascura di fare, è di mostrarmi, in che modo questi materiali sono stati lavorati e trasformati dall’arte, e se nelle mani di Racine sono rimasi un semplice aggregato, o sono divenuti un mondo vivente. Ecco in che modo va posta la quistione, la quale è cavata ora dall’intima natura della poesia, e non da rispetti accessori ed estrinseci. E se Racine ha saputo spirare la vita in queste membra sparse, il contenuto considerato astrattamente sará pagano o cristiano, inventato o imitato, fantastico o storico, con o senza scopo morale, probabile o improbabile, ecc., poco monta: egli ha fatto un capolavoro. E se no, il contenuto avrá tutte le piú belle qualitá che vi piace; vi sará rispettata la dignitá umana, con uno stupendo scopo morale, ed il sistema della provvidenza e il decoro e la verosi-