Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/234

Da Wikisource.
228 saggi critici

piu facilmente esce dalla memoria. Mi si dice che il professor Villari abbia raccomandato queste pratiche esercitazioni sull’esempio dell’Inghilterra. Ma sollecitando un po’ la memoria, le avrebbe trovate facilmente anche nella scuola dalla quale è uscito. Chi meglio di lui, come membro del Consiglio superiore, è in grado di rimettere in onore quei metodi e quelle tradizioni?

Se quello, che il marchese insegnava non era «tutt’oro di coppella», per usare una sua espressione, il modo d’insegnamento, il come, era istrumento efficacissimo di educazione e di progresso. Il giovane si sentiva alzato a’ suoi occhi, piaceva a sé stesso, veggendosi chiamato a leggere, comentare, discutere, giudicare, lavorare in comune, non discepolo, ma compagno e collaboratore. Un di il marchese mi presentò al duca di Sangro. — Oh! ecco il vostro discepolo! — , disse costui. — Non discepolo, corresse il marchese, collaboratore. — Ah! ci amava tanto quel buon marchese! E noi lo cambiavamo di pari affetto. L’amore è il primo segreto del buon insegnamento. Non basta il metodo del Puoti, ci vuole il cuore del Puoti.

Chi ricordi i due ultimi capi toh della Storia del Sismondi, dove con tanta eloquenza è descritta la disciplina pedantesca e servile, monotona, meccanica dei nostri seminarii, si persuaderá facilmente come uno studio cosí ordinato era una vera reazione al seminario, una scuola di gentilezza e di dignitá, un esercizio giornaliero delle facoltá intellettuali e morali : era il rinnovamento, la nuova generazione che usciva dalla barbarie e conquistava in libera scuola gli istrumenti della sua redenzione.

Entrati appena in questo studio, la sorpresa era grande. Si sentiva per la prima volta parlare del «secol d’oro della favella», dell’«aureo Trecento» e del «dotto Cinquecento», e ci vedevamo sfilare innanzi una turba di scrittori, di cui ignoravamo anche i nomi. Ed io che m’ immaginavo d’essere il piú istrutto uomo di Napoli! Mi sentii bestia accanto agli «Anziani di Santa Zita». Sentir gettare a mare il padre Soave con la sua Grammatica e le sue Novelle, e Goldsmith con la sua Storia greca e romana! Proscritti il Tasso e il Metastasio! Gli ex-seminaristi si guardavano, e il marchese sempre lí ad incalzarli nelle loro