Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/306

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l’esilio; e che egli medesimo, chi glielo avrebbe detto quando priore sbandeggiava il suo Guido?, egli medesimo era esule, e disperato del ritorno. Di tutti questi sentimenti e ricordanze non c’ è qui vestigio; tutto questo che pe’ contemporanei era vivo e presente, per noi è morto; perché ne’ lavori d’arte non rimane della storia se non quello solo che è appreso e fissato nella forma; tutto l’altro perisce irrimediabilmente; i comenti storici possono spiegare, chiarire, risuscitare fatti e circostanze e date; ma non i sentimenti e le impressioni e tante sfumature e gradazioni fuggevoli e intime in che è il fine dell’arte. Non c’è poesia che giunga a’ posteri intera: una parte muore, né può disseppellirla la storia. E qual maraviglia? Potete voi disseppellirmi il vostro jeri? Quante impressioni e sentimenti, e non è scorso che un giorno, sono giá fuggiti dalla vostra memoria; e non torneranno mai piú! Il poeta è uomo e vive nella storia in mezzo all’ incidente, né concepisce l’eterno se non insieme con quello che muore. Quanta parte di poesia è morta nella Divina Commedia, quante parole hanno perduta la loro freschezza, e quante frasi il loro colore, e quante allusioni il loro significato! La parola non può come lo scarpello o il pennello rappresentare tutta la figura; essa non s’ indirizza a’ sensi, ma alla immaginazione, e riesce allo stesso effetto spesso con un tratto solo, con un «tutto», con un «si ergea». Questo tratto è prosaico, quando lascia inerte e vuota l’immaginazione; ed è poesia, quando molte idee accessorie tumultuarono nella mente dell’artista che lo ha concepito, e quando esso ha virtú di svegliare nella mente del lettore altrettali idee accessorie. Ma, se queste idee sono personali, la comunanza di sentimenti tra il poeta e il lettore è interrotta, perché le idee personali sono intransitive, non passano, non si trasmettono, restano nella persona e muoiono con la persona.

                              

Mio figlio ov’è? e perché non è teco?

                              

Questo verso che ha il suo interesse in molte idee personali, legate con que’ tempi e con quegli uomini, ha potuto commovere i contemporanei; noi lascia freddi e muti. E nondimeno tutta