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cremente. Credete voi, Signori, che i romani degeneri non avevano libri e scuole? o che loro mancavano trattati di morale, pratiche religiose, e storie di uomini illustri? I giovani romani andavano in Atene ad imparare virtú e libertá, e tornavano retori e accademici. E gli accademici, come Cicerone, erano gli eclettici e i temperati di quel tempo, che, tenendosi in bilico tra stoici ed epicurei, rimanevano in quella mezzanitá che meglio rispondeva alla bassa temperatura sociale, e lasciavano fare, e lasciavano passare, insino a che, vinto ogni ritegno, la societá si chiari epicurea e materialista. Questo non diceva loro il libro, anzi il libro parlava savio; il libro parlava, e la corrotta natura operava. Or questo è appunto il tarlo, che ha roso l’antica nostra societá, e che noi chiamiamo la decadenza: altro pensare e altro fare. E noi che abbiamo tanta fede nell’istruzione, dobbiamo domandarci se siamo davvero tornati giovani, e se quella decadenza non ci ha lasciato niente nelle ossa e nel cuore, se noi serbiamo intatte le nostre forze fisiche e morali. Ma se il nostro male è l’anemia, se ci è bisogno una cura ricostituente e corroborante, l’istruzione può illuminare il nostro intelletto, non può sanare la nostra volontá. E poi, quando dentro è difetto di calore, giá non produrremo noi né scienza, né istruzione. Avremo una scienza di riflesso, non figlia nostra, non forma del nostro cervello, ma venutaci, secondo la moda, di Francia e di Alemagna, e prima di fare noi, ci domanderemo: — Cosa fanno gl’inglesi, e cosa fanno gli americani? — . Non che sentire il pungolo della vergogna, ma ci consoleremo e ci applaudiremo, proclamando che la scienza non ha patria, e bisogna pigliarla dov’è, e quando altrove è bella e fatta, inutile stillarci noi il cervello. E non è vero. La scienza non può germogliare senza una patria, che le dá la sua fisonomia e la sua originalitá. E lá dove cresce bastarda e presa ad imprestito, non ha fisonomia, e rimane fuori di noi, non opera in noi, non riscalda il cervello. Non produrremo la scienza e non produrremo l’istruzione. Accetteremo dal di fuori metodi e libri, costituzioni, ordinamenti e leggi, e spesso piglieremo un abito, quando lá dov’è nato è giá logoro e messo fra’ cenci. Cosi tutto è mez-