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la nerina di giacomo leopardi 22i


gevole, incorporea. L’amore empie di luce i sepolcri e vi risuscita i morti. Ciò che nei nostri antichi era effetto di fede, era realtá, qui è effetto dell’immaginazione poetica, consapevole di essere immaginazione. La vita è un’immaginazione; la realtá è il morire. L’idealismo antico aveva a fondamento la realtá dell’altro mondo. L’idealismo di Leopardi è una creazione del suo spirito; la sua donna è lui, è il suo riflesso, perché la vita fu per lui un fantasma.

Questi fantasmi bisogna guardarli di lontano. Se troppo vi avvicinate, li violate. Voi disputate, se Nerina era figlia di un cocchiere o di un cappellaio. Oimè! mi avete uccisa Nerina. La veritá è che Leopardi rimaneva come incantato innanzi a ciascuna donna, perché vedeva in ciascuna non questa o quella, ma la donna, anzi la donna sua, la creatura del suo spirito. Ciascuna donna era la donna sua, e in veritá non era piú essa, diveniva la donna sua. Il sentimento reale della donna lo ha colui, che, uscito dalla prima immaginazione giovanile e acquistata potenza di affetto, ama la tale donna: questo è amore, questo è il sentimento della donna. Leopardi poetizzava la donna, la trasformava, la faceva una sola creatura, e questa creatura della sua immaginazione gli fuggiva innanzi come un fantasma, come gli fuggiva la vita. Paolo Heyse ha voluto dare un corpo a questo fantasma, formare una Nerina propria e vera, che leggeva e gustava le poesie di Leopardi, e comprendeva lui ed era compresa da lui. E ha commesso un peccato mortale, perché di un colpo mi ha ucciso Leopardi e Nerina. Sono contraffazioni e profanazioni questi tentativi di ricostruzione. Ma possiamo perdonare ad Heyse, visto ch’egli pecca perché ama, ama molto l’Italia e gl’italiani.

Le donne sparenti sono oramai sparite. Il giorno che mancò la fede nell’altro mondo, mori Beatrice. E il giorno che Leopardi scoperse nella sua donna la sua idea, mori Nerina. Una signora di spirito mi diceva in Firenze che Leopardi aveva un bello istrumento poetico, ma se lo sonava solo. La donna non era che lui. E la poesia, come la vita, vuol esser due, l’uomo e la donna. La natura negò a Leopardi la forza di