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le nuove canzoni di leopardi 227


Dante e l’altra al Mai, sono le patriottiche, scritte nella prima giovinezza, tra reminiscenze classiche ed entusiasmi da scuola, quando il core era caldo e la speranza viva. C’è li dentro un’eco inconsapevole di quel movimento settario e rivoluzionario che agitava mezza Italia. Ci si sente una fiamma di gioventú, tra lampi di tenerezza e di malinconia. Se le due prime sono quasi vuote generalitá, nell’ultima, quando aveva giá ventidue anni, apparisce una guardatura originale nel mondo. Fra i lamenti e sdegni soliti del mondo corrotto e dell’Italia infelice comparisce una serie d’idee positive sul mondo, che sono un modo di vedere suo. L’originalitá di queste canzoni è un flutto di sentimenti contraddittorii, entusiasmo e scetticismo, furori e tenerezze, speranze e disperazioni. Ci si vede un nuovo uomo, che si sta formando sulle rovine dell’antico, e ci si sente l’attrito della lotta.

Venne la catastrofe del Ventuno e poi la reazione. E come suole avvenire, cominciarono le recriminazioni contro i predicatori di rivoluzione e di martirio. Entrarono idee piú temperate. Giordani stesso, grande aizzatore di Leopardi, non fida oramai piú che nella lenta opera dell’educazione nazionale, e cosí ne scrive al suo giovane amico. Il quale piglia fuoco, fa progetti varii a sprone della neghittosa Italia, e ritrova la sua ispirazione e si fa banditore di educazione nazionale a uomini e donne, a Paolina e al Vincitore nel pallone. Nascono due canzoni, che si possono chiamare uno strascico delle prime, le ultime voci del patriottismo. Ma se pel contenuto si rassomigliano alle prime, e sono come un ulteriore e logico sviluppo di quelle, per la forma sono giá altra cosa, sono le «canzoni nuove». Non trovi piú quegli impeti. C’è qui un umor nero e denso, un vedere scuro sotto a quella apparenza di energia e a quella pompa di esortazioni, alle quali egli medesimo non crede, e la sua predica finisce con un «omnia vanitas»:

                               Nostra vita a che vai? solo a spregiarla.                

Certo, qui dentro sono ancora i segni dell’antico entusiasmo. Il giovine partecipa a’ moti e a’ sentimenti italiani, alle spe-