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278 saggi critici


come or ora uscita di letto, che guarda con ansietá a diritta ed a sinistra. Guarda, non lo vede venire e singhiozza, ma soffoca i singhiozzi col fazzoletto per non turbare il sonno ai bambini. L’aveva atteso sino alle due, perché giá colui aveva preso la brutta piega di ritirarsi assai tardi. Sono le cinque, e non è tornato.

Passano le sei, comincia a far giorno. La portinaia dalla strada le dice: — «Buon giorno, Gervasia, e Lantier dorme ancora?». — «Sí» — , risponde lei; e si fa rossa. Non era avvezza alla menzogna; e quantunque quella non avesse il dritto di sapere i fatti suoi, e la bugia fosse detta a fin di bene, dicendo quel: «si, dorme ancora», si fa rossa.

Sono le sette, sono le otto. A dritta è uno spedale in costruzione, ove si vedono le sale piene di ammalati, fra i quali ogni giorno falcia la morte. A sinistra un macello da cui viene il puzzo dell’animale ucciso. Lontano, ella vede la collina di Montmartre, dalla quale discendono gli operai, e gitta un’occhiata alla «Salle du père Colombe», l’«assommoir», il botteghino dove molti di quelli si fermavano e trovavano l’obblio del dovere e dimenticavano il lavoro. E lei è sempre con l’animo tra’ bambini che dormono, e quelle viste, e lui che non viene. Ma ecco, qualcuno spinge l’uscio. È lui. Gervasia sta per gettarglisi al collo: — «Sei tu? sei tu?» — . Ed egli: — «Si, sono io: e poi? cominciamo le solite ragazzate» — . Queste parole sono un ritratto.

Lantier era un cappellaio che l’aveva rapita e faceva il «monsieur» e non gli piaceva di lavorare. Faceva la vita di Michelazzo, viveva a macco, alle spese degli amici e delle amiche. Aveva spogliata una donna e correva appresso ad un’altra.

Lei non aveva che ventiquattro anni, era bellina, bionda, delicata. Non ispira a voi una simpatia? non è una giovane, a cui ciascuno vorrebbe stringere volentieri la mano? Voi vedete quanti buoni istinti ha questa donna, dico istinti e non qualitá: come ama i bambini, il compagno, la nettezza, il lavoro; come si fa rossa a dire la menzogna, in una condizione di cose, in cui ciascuno di noi la direbbe francamente. E poi, guardatela al