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294 saggi critici


rebbe Boccaccio, di una «intelligence dure», cervello di bambino in un corpo di Ercole. Sotto gli occhi di una madre dabbene e severa non ha conosciuto ancora altra donna che Gervasia. E la vede li cosí buona presso il marito malato, che ella non aveva consentito di mandare allo spedale, e che vegliava di e notte, spendendo intorno a lui tutti i suoi risparmi. Gervasia gli dice un di: — Perché non prendi moglie? — . E lui: — Dove troverei un’altra Gervasia? — .

Cosi nasce questo amore fanciullesco. A Goujet giunse la voce di una prima caduta di Gervasia e non era vero; ci era l’apparenza del male, non ci era ancora il male. Il quartiere diceva che il male era avvenuto solo perché ce ne era l’apparenza. Si vedono, e non si dicono una parola, e camminano, camminano finché si fermano senza intesa, come per istinto, come per rispondere a quello che era giá nei loro cuori; si fermano in un bel pratello, sparso di fiori, il solo verde, il solo azzurro di cielo che si trova in questo racconto. E Goujet coglie fiori, e li getta nel panierino di Gervasia, e ride, ride ed è contento. Questo è l’amore di Goujet.

E quando la trova per le vie di Parigi, e vanno a casa, Gervasia si getta come affamata sulla cena, e saziata la fame sta lí come donna che si sente in potere di un uomo. Goujet prorompe: — «]e vous aime, Gervaise. — Je vous aime aussi». — dice ella e fugge. Goujet era sempre quello; poteva dire: — «Je vous aime» — e la sapeva giá degradata. Ma lei, quanto era mutata! poteva rifare la sua vita, poteva dire a Goujet: — «Je vous aime» — ? Innanzi a Goujet la donna decaduta sente la vergogna, fugge dal suo petto il guizzo di un ultimo sentimento umano. L’uomo volgare non intende questa fuga di Gervasia; poteva lá, in braccio a Goujet, mi disse un giorno qualcuno, finire la sua miseria e la sua degradazione; e colui si mostrava meno uomo di Gervasia, che nella sua fuga ritrovava il suo sentimento di donna. (vivi applausi)

Potrei citare parecchi di questi tratti, ove dal grembo inconscio della natura scaturisce l’ideale umano, come acqua dalla fonte. Ma il tema è lungo, abbrevio. Dico solo: — Vedete