Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/50

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e prima ancora che parli, con un solo atto inaspettato, terribile e a lui naturalissimo, lo avete giá tutto innanzi, corpo ed anima. Questo è anche l’effetto di quel

                         

Movasi la Capraja e la Gorgona.

                         
É la natura stessa che viola le sue leggi, esce dalla sua immobilitá, acquista coscienza, anima e moto, e corre a punire la rea cittá. Una catastrofe tanto straordinaria di natura, una pena cosí fuori del corso ordinario delle cose alza la colpa allo stesso livello e le dá proporzioni colossali. È il profilo di Eschilo; è l’epica primitiva e integra, dove non è ancora penetrata la lirica e il dramma; è il masso enorme di granito, che ti spinge indietro di maraviglia e di spavento, e dove non osa penetrare lo scarpello a cercare le vene, a nudare le ossature.

Ma osa Dante mettervi lo scarpello, e tracciarvi tali linee, tali configurazioni, che ricordano le piú profonde combinazioni drammatiche e suscitano i piú alti effetti lirici. In mezzo alla nuda e severa grandezza di una natura gigantesca e monotona apparisce tutta la varietá e la battaglia degli elementi, una scena della vita, colta in ciò che ha di piú tenero e di piú umano. Ugolino sul suo piedistallo infernale ha la faccia colpita dalla eternitá, con lineamenti fissati: è la statua dell’odio, di un odio eterno, insoddisfatto, immenso, come l’immensa alpe, inaccessibile all’immaginazione. Ma ecco Ugolino umanarsi, e le lacrime spuntare dal ciglio, e le mani accompagnare co’ gesti le parole e i piú diversi sentimenti comparire sulla mobile faccia. È tornato uomo; è un padre in mezzo a’ figli. Qui si affacciano le piú fine gradazioni di una situazione drammatica profondamente intuita. È un crescendo che ti conduce dal patetico allo strazio, e dallo strazio sino alla disperazione, alla morte dell’anima, alla degradazione umana, a quell’essere che con gli occhi torti riprende il teschio co’ denti e s’immobilizza di nuovo in quella eternitá dell’odio. E tutte queste gradazioni saltan fuori per bocca de’ figli. Sono essi i carnefici del padre; ciascuna loro parola è una trafittura, e non se ne avvedono; e lo