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92 saggi critici

Il cuore si agghiaccia, le illusioni se ne vanno; quel lume della sua vita manda «i suoi raggi piú languidi»; e il suicidio è giá avvenuto, quando risolve di uccidersi.

Che ci ha ora a fare il Werther? Questo è tutta la vita di Foscolo dopo la caduta di Venezia, è il riflesso e lo sviluppo di quella tragedia nella sua anima È una storia intima in una esaltazione costante dell’anima fino a spezzarla. Di che potea uscire un racconto di Byron o un canto di Leopardi, non una prosa, e tanto meno un modello di prosa naturale e semplice, come era l’intenzione.

Se Jacopo potea avere una storia, cioè tanta fede e attivitá interiore da poter prendere sul serio la vita e rituffarvisi, sarebbe guarito, sarebbe rinato alla vita. Il suo male è appunto che non può vivere; la sua vita interiore è sviluppatissima, perché non ha piú forza di spandersi al di fuori: perciò è condannato al suicidio. Questa vita ritirata al di dentro non per eccesso e soprabbondanza di forza, ma per impotenza non può produrre che sé stessa, caratteri ideali cosí’ perfetti e soprabbondanti nella loro idea, come incompiuti e manchevoli nella loro esistenza reale, essenze piú che individui. Tale è Teresa e tale è Jacopo; tali Odoardo, o Lauretta, o il padre di Teresa: ombre di uomini e di donne. Tutti i personaggi sono presi della stessa malattia: appariscono sulla scena, come i primi schizzi su di un cartone, disegni appena abbozzati e rimasti in idea. Teresa, in quanto è descritta, aduna in sé tutte le virtú di Beatrice e di Laura, ma, in quanto opera, questo sole di perfezione si abbuja a un tratto, e appena è se vedi qualche povero lampo fra cielo nuvoloso. Questo carattere a lampi lo chiamano muto. E sarebbe, se il lampo lasciasse intravedere ignote profonditá; ma qui intravedi una idealitá mancata, impotente a calare nella vita. Manca a lei la consacrazione della morte, e Gliceria nella sua fuggitiva apparizione è piú poetica che questa Teresa nelle braccia del prosaico Odoardo. Foscolo ha voluto rappresentare uno di quegli ideali, che, come il lume della vita, pare ti si avvicini ed è sempre lontano, quell’ideale pieno e concreto nella giovanezza de’ popoli e degli