Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/11

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introduzione 5


Boccaccio e dei piú grandi uomini di quel tempo, scopritore instancabile di antichi manoscritti, benemerito delle lettere e buon patriota. Non ci è nessuna edizione del Canzoniere dove non si trovi innanzi una biografia che ti dá il Petrarca intero, qual è vagheggiato dal critico francese.

Dire che il volgo vede nel Petrarca solo l’autore del Canzoniere, e perciò non ne ha stima adeguata alla sua grandezza; sperare che mostrandolo sotto tutti gli aspetti possa la sua immagine uscirne ingrandita nell’opinione popolare: ecco la falsa base sulla quale il Mézières ha fondato il suo lavoro.

Togliete il Canzoniere, e il Petrarca sarebbe stato un personaggio noto a’ dotti e agli eruditi, ma non sarebbe mai divenuto un personaggio popolare presso ogni gente civile, non sarebbe mai salito a universalitá di fama. Scendere sino al volgo e mantenervisi per molti secoli è il piú sicuro indizio di un merito vero e superiore.

Ma nessuno scende sino al volgo senza perdere una parte della sua personalitá, essendo il giudizio del volgo, cioè il giudizio de’ secoli, un lavoro di purificazione e di eliminazione. Il volgo si appropria la Divina Commedia ed ignora il Convito; si appropria il Canzoniere ed ignora l’Africa. Passando attraverso i secoli, l’uomo lascia nel cammino la sua parte terrestre e individuale, impaccio e non via all’immortalitá.

Il progresso è appunto a questa condizione. L’umanitá non cammina se non gittando lungi da sé tutto ciò che è imitilo, accidentale, ripetizione, luogo comune, scoria, il troppo e il vano. Nella sua rapida corsa migliaja di volumi restano polverosi nelle biblioteche, migliaja di scrittori rimangono dimenticati tra via, e gli stessi grandi uomini lasciano una parte di sé per terra. Questo non è mutilazione, è purificazione.

Comprendo una certa cosí profonda venerazione per i sommi, che spinga alcuni a ricoglier di terra le menome cose che sieno loro appartenute; comprendo la gioja di taluni di scoprire il cappello di Napoleone o lo stivale di Garibaldi. Santa superstizione: ma a patto che non si chiami capo ciò che è cappello; a patto che non si chiami Petrarca mutilato e volgare il Petrarca