Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/116

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ii0 saggio critico sul petrarca


forze, il poeta in realtà esprime la sua propria lotta con pensieri e con immagini che riflettono schiettamente lo stato in cui era allora il suo animo. Il poeta si sente trascinare verso la sua perdizione; sente che è ancor tempo di arrestarsi, che fra poco sarà troppo tardi, vorrebbe e non può. Un uomo ingenuo che si trovasse in questo stato, e ci pensasse su, ne resterebbe maravigliato, crederebbe che questo avvenga solo a lui, e lo rappresenterebbe con quella candida semplicità, con quella schiettezza cosi gustosa, che nasce dalla ignoranza, dalla novità e vivacità delle impressioni. Ma il cristianesimo avea già resi familiari gli animi con l'astratto; oltre a ciò il Petrarca congiungeva a molta esperienza della vita una fina coltura. Di rado trovi in lui la maraviglia di quello che sente; il più spesso lo capisce e lo spiega. Qui nel proprio stato vede subito lo stato di tutti, l'opposizione tra lo spirito e la carne, tra la ragione e la passione; volgarizzata dal cristianesimo, e fondamento della Divina Commedia. Le parole che mette in bocca alla ragione sono concetti fatti comuni dalla religione: la caducità dei piaceri terreni e l'eternità del celeste, un sublime negativo ed un sublime positivo. Ma il sublime dei due concetti svanisce sotto un nembo di fiori: tanto la forma è luccicante. Manca al poeta il senso del sublime: appena giugne al nobile ed al magnifico, Il piacere sensuale è ben rappresentato e ti risveglia quasi l’immagine d'una civettuola traditora:

                                                   quel falso dolce fuggitivo,
Che 'l mondo traditor può dare altrui.
     
Ma la sua labilità, che dovrebbe produrre con l'improvvisa scomparsa l'effetto del sublime, è rappresentata astrattamente, come una qualità:
                                    Che d'ogni pace e di fermezza è privo.      
Il piacere celeste è un di li dell'immaginazione, e, come tale, sublime, come ne' bei versi del Manzoni: