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introduzione 9


car l’uomo. Solo i nostri critici giudicano l’artista, quando hanno fatto della sua opera appena un lavoro anatomico. Il difetto di queste critiche è di oltrepassare sé stesse ne’ loro giudizii, e dar risultati fuori di ogni proporzione con t’angustia delle loro indagini.

Che cosa è la critica esterna o formale? Sono frasi, giri, inversioni, concetti, abitudini, maniere, metodi, distribuzioni, strappate violentemente all’opera d’arte e messe in mostra sotto il nome di modelli. Cosi so n nate le regole; cosí è nata l’eleganza; cosí si è formata la rettorica.

Che cosa è la critica psicologica? £ l’autore isolato dalla sua opera e studiato ne’ fatti della sua vita, ne’ suoi difetti, nelle sue virtú, nelle sue qualitá. Tale è il lavoro del Mézières; e ne può nascere un giudizio piú o meno esatto dell’uomo, non del suo lavoro.

Né è meno incompetente la critica storica, che isola dall’autore il suo secolo e il suo argomento, e studia il contenuto preso in sé stesso. Un contenuto può essere importante o frivolo, morale o immorale, religioso o irreligioso, sviluppato poco o molto, trattato secondo questa o quella scuola, con questo o quel concetto, col tale o tale scopo e indirizzo. Ricerche importanti senza dubbio, ma dalle quali non può uscire un giudizio dell’opera d’arte.

Ciascuna di queste critiche ha la sua ragion d’essere e la sua utilitá, ma ciascuna nè’ suoi limiti; quando li oltrepassa, cade nel falso.

Finché la critica formale giudica belle certe forme di dire o certi concetti, o certe immagini, o certe movenze, fa opera utile. Ma, quando secondo quei criterii giudica l’opera, e dichiara bellezza della Divina Commedia le bellezze del padre Cesari, perverte il gusto e impedantisce.

La critica psicologica ci può spiegare con le qualitá dello scrittore perché la materia sia stata trattata in questo o quel modo; ma non è in sua facoltá di dare un giudizio sulla bontá del modo. E parimente la critica storica può girare di qua e di lá, quanto vuole, il contenuto; ma non vi troverá mai