Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/257

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nota 25i


testimoniare quello stato di estro nel quale fu steso il Saggio. Comunque l’apparato dá notizia di questi casi, come degli altri nei quali ci discostiamo da Cr e dalle edizioni correnti: e questo scrupolo, come quello di registrare le piú significative varianti di P, R, Ns, non vuol essere esercizio di pedanteria, ma solo chiarimento della revisione che abbiamo condotta. Perché Cr, riprodotto da Co e, attraverso Co, da T, e seguito, sia pure con cautela da G, ha costituito quasi una Volgata del Saggio che ha una sua giustificata autoritá. È opportuno dunque che, ove non si tratti di minuzie di grafia, il lettore sia informato esattamente dei luoghi nei quali abbiamo abbandonato questa Volgata1.

La critica del Petrarca. P. 2, rr. i5-i6: quando vi sieno delle lacune, ed egli abbia il modo di riempirle; R, P, Ns, Cn: quando sia ben constatato che vi sono delle lacune, e che egli abbia il modo di riempirle; Cr, Co, G: quando vi sieno lacune, ed egli abbia il modo di riempirle. PP. 4-5, rr. 36-i: amico del Boccaccio e dei piú

grandi uomini; R, P, Ns: amico del Boccaccio e dei piú chiari uomini. P. 7, r. 22: e in istrano miscuglio; Cr, Co, G: ed in istrano miscuglio. P. 7, r. 28: olla podrida; Co: «olla putrida». P. ii, r. 33: impossibile a fissarle (secondo R, P, Ns, S; e si veda p. 87, r. 6: «diffícile a leggerlo», analogo, e conforme all’uso antico, e anche p. i90, r. 33: «Sarebbe pedanteria a voler cercare»); Cr, Co, T, Cn, G: impossibile fissarle. P. i4, r. 30: Nella favola di Achille; Cr, Co, G: Nelle favole di Achille. P. i5, rr. 3-4: ci dibattiamo fra il reale vivo e presente; Co, T, Cn, G: ci dibattiamo tra il reale vivo e presente. P. 16, rr. i8-i9: quello che pensa o desidera; Ns, Co, T, G: quello che pensa e desidera. P. i6, r. 25: senza trovar mai il centro ove fissarsi (secondo R, Ns, P); S, Cr: senza trovar mai il centro. (G mette «ove fissarsi» tra parentesi quadre dicendola aggiunta di Cr). P. i8, rr. 7-8: dov’è scritto ideale, metterci reale; R, P, Ns: dov’è scritto ideale, metterci il reale. P. i8, rr. i9-20: nel fatto l’uno è l’altro, l’uno non si può concepir senza l’altro; R, P, Ns, T, Cn: nel fatto l’uno è l’altro, e l’uno non si può concepir senza l’altro. P. i9, r. 2i: e piú ci scostiamo dalla poesia: R, P, Ns, Cn: e piú ci discostiamo dalla poesia. P. i9, r. 23: e piú



  1. Quando un lapsus ricorre nelle citazioni d’una di quelle poesie che l’Autore fece poi riprodurre integralmente in nota, per ovvia coerenza lo abbiamo eliminato, contannando il testo della citazione a quello recato in nota. Ma anche per questi casi si veda l’apparato.