Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/259

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nota 253


P. 40, rr. 28-29; «La vita il fine, e il dí loda la sera»; Edd.: «La vita al fin; e ’l dí loda la sera». (Anche qui il D. S. citava a memoria e in questo caso dava la lezione giusta, che giá il testo recante le Osservazioni del Muratori portava come variante in margine). P. 4i, r. 32: che taglia con la scure dei raggi il collo all’ombra; G (ma solo per distrazione): che taglia con la scure il collo all’ombra, P. 4i, r. 33: Era degno d’inventar la ghigliottina; P, G: Era degno d’inventar la guillottina. P. 42, rr. ii-i2: L’uomo ha bisogno ad ora ad ora di rinsanguarsi; S: L’uomo ha bisogno ad ora ad ora di risanguarsi (il D. S. intendeva correggere «rinsanguinarsi» di P, appropriato ma arcaico in questa accezione e per distrazione scrisse «risanguarsi». All’uso di «rinsanguinare» lo scrittore rimase peraltro fedele anche piú tardi: cfr. La letteratura italiana nel secolo XIX. La scuola liberale e la scuola democratica, a cura di F. Catalano, Bari, Laterza, i953, p. 296, r. 2). P. 43, r. 6: Infinita è la turba degli sciocchi; Edd.: Infinita è la schiera degli sciocchi. P. 44, r. 7: Ed io so ben che l’amoroso stato; Edd.: Ond’io so ben ch’un amoroso stato. P. 45, r. 24: Credo che tel conoschi; P, S: Io credo tel conoschi. P. 47, r. i9: Dunque Amore l’ha posto; P: Che Amore l’ha posto. P. 47, rr. i9-20: come al sol neve, e come cera al foco; Cr, Co, T, G: come al sol neve, come cera al foco.

Cap. III. Il mondo del Petrarca. P. 5i, rr. 5-6: ponendoli in situazioni che li appassionano; P, S: ponendoli in situazioni che li appassiona. P. 53, r. 8: perché lo sciolga da quel pensiero col divino amore; P: perché lo disciolga da quel pensiero col divino amore. P. 54, r. i: e la ballata; Cr, Co, T, G: e l’altra. P. 56, r. 2i: Umilemente d’onestá vestuta; P, S: Umilemente d’umiltá vestuta. (Il Fraticelli dá nel suo testo «benignamente d’umiltá» e in nota come lezione meno buona «umilemente d’onestá»: D. S. ha contaminato le due lezioni). P. 57, rr. 2-3: E l’amante ne fa una giovinetta, o piuttosto; Co, T, G: E l’amante ne fa una giovinetta, e piuttosto. P. 57, r. i4: Della sua luce e della sua virtute; P, S: Della sua grazia e della sua virtute. P, 60, r. 2: Bagnata il viso di pietá d’amore; G: Bagnata il viso di pianto d’amore. (G restaura il testo secondo Fraticelli; ma la lezione «pietá» si dava in altri testi, e Fraticelli la registrava in nota per condannarla). P. 6i, r. 20: Certo lo core de’ sospir mi dice; Cr, Co, T, G: Certo lo core ne’ sospir mi dice. (Secondo il Fraticelli; ma era lezione corrente anche «de’», come nota Fraticelli). PP. 6i-62, rr. 36-i: risponde a ciò che di piú