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xii - il cinquecento 413


scrittor comico; ma gli manca il culto e la serietá dell’arte, e abborraccia e tira giú come viene, e lascia a mezzo le cose, e si arresta alla superficie: naturale e vivace sempre, spesso insipido, grossolano e trascurato, massime nell’ordito e nel disegno.

Questo basso comico, plebeo e buffonesco, ne’ confini della semplice caricatura, perciò superficiale ed esteriore, ritratto di una borghesia colta, piena di spirito e d’immaginazione e insieme spensierata e tranquilla, ha la sua sorgente colá stesso onde usci il Morgante e poi i capitoli e i sonetti del Berni: è il bernesco nell’arte, buffoneria ingentilita dalla grazia e alzata a caricatura; maniera sviluppatasi gradatamente dal Boccaccio al Lasca, infiltratasi nel dialetto e rimasta forma toscana. Nelle altre parti d’Italia la buffoneria è senza grazia, spesso caricata troppo e lontana da quel brio, tutto spontaneitá e naturalezza, che senti nel Berni e nel Lasca. Tra’ piú sgraziati è il Parabosco.

Col comico va congiunto il fantastico. Il novelliere, in luogo di guardare nella vita reale e studiarvi i caratteri, i costumi, i sentimenti, cerca combinazioni tali di accidenti che solletichino la curiositá. Per questa via dal nuovo si va allo strano, e dallo strano al fantastico, al soprannaturale e all’assurdo. Cosi una borghesia scettica, che ride de’ miracoli, che si beffa del soprannaturale religioso e non vuol sentire a parlare di misteri e di leggende come forme barbare, sente poi a bocca aperta racconti di fate, di maghi, di animali parlanti, che tengano desta la sua curiositá. Il Mariconda narra con serietá rettorica i casi di Aracne, di Piramo e Tisbe e altre favole mitologiche. E con la stessa serietá Francesco Straparola raccoglie nelle sue Notti le piú sbardellate invenzioni di quel tempo, saccheggiando tutt’i novellieri, Apuleio, Brevio, soprattutto il napolitano Girolamo Morlino, autore di ottanta novelle in latino. Ivi trovi il fantastico spinto all’ultimo limite dell’assurdo. Vedi un anello trasformato in un bel giovane, pesci e cavalli e falconi e bisce e gatte fatate che fanno maraviglie, e satiri e uomini salvatici o in forma porcile, e morti risuscitati, e asini e leoni in conversazione, e fate e negromanti e astrologi. Queste, ch’egli