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Il savio è re, è nobile; il savio è libero. La plebe è serva per la sua ignoranza:


                                    Il popolo è una bestia varia e grossa,
ch’ignora le sue forze...
     Tutto è suo, quanto sta fra cielo e terra,
ma noi conosce; e se qualche persona
di ciò l’avvisa, e’ l’uccide ed atterra.
     


Quest’apoteosi della scienza è congiunta con un vivo sentimento del divino; anzi la scienza non è che il divino, il senno eterno, che comunica alla natura i suoi attributi o primalitá, la potenza, la sapienza e la bontá, della quale segno esteriore è la bellezza. Tale era la natura nell’etá dell’oro, e tale ritornerá:


                                    Se fu nel mondo l’aurea etá felice,
ben essere potrá piú eh’una volta;
ché si ravviva ogni cosa sepolta,
tornando’1 giro ov’ebbe la radice...
     Se in fatti di mio e tuo sia il mondo privo
nell’util, nel giocondo e nell’onesto,
cangiarsi in paradiso il veggo e scrivo;
     e ’l cieco amore in occhiuto e modesto,
l’astuzia ed ignoranza in saper vivo,
e ’n fratellanza l’imperio funesto.
     


Base dell’etá dell’oro è la fratellanza e uguaglianza umana, l’amor comune sostituito all’amor proprio:


                                    ... chi all’amor del comun Padre ascende,
tutti gli uomini stima per fratelli,
e con Dio di lor beni gioia prende.
     Buon Francesco, che i pesci anche e gli uccelli
«frati» appelli: oh beato chi ciò intende!
     


È ciò che direbbesi oggi «democrazia cristiana», un ritorno alla Chiesa primitiva di Lino e di Callisto, a’ puri tempi evangelici, vagheggiati da Dante e da Campanella, quando si mangiava in caritá, e non ci era ricco né povero, non mio e tuo. Avvezzo a guardare le cose nella loro origine e non nella loro degenerazione, il sogno di Campanella è che il mondo «nel suo giro