Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. II, 1912 – BEIC 1807957.djvu/284

Da Wikisource.
278 storia della letteratura italiana


fattarelli curiosi, la parte teatrale. E si che tra quegli avvenimenti ci erano pure grandi attori italiani: Caterina de’ Medici, Mazzarino, Eugenio di Savoia, Montecuccoli, il cui trattato della guerra è una delle opere piú serie scritte a quel tempo. Si combatteva non solo con la spada, ma con la penna: le quistioni piú astratte interessavano ed infiammavano le moltitudini; dall’attrito scintillavano nuovi problemi e nuove soluzioni; era una generale fermentazione d’idee e di cose. Ciò che fermentava nel cervello solitario di Bruno e di Campanella, fluttuante, contraddittorio, li era pensiero, stimolato dalla passione, affinato dalla lotta, pronto all’applicazione, in un gran teatro, fra tanta eco, con una chiarezza e precisione di contorni come fosse giá cosa. Questa chiarezza è giá intera in Bacone e in Cartesio, dove il mondo moderno si scioglie da tutti gli elementi scolastici e mistici, da tutti i preconcetti, e si afferma in forme nette e recise. Perciò Galileo, Bacone, Cartesio sono i veri padri del mondo moderno, la coscienza della nuova scienza. Il metodo, che Galileo applicava alle scienze naturali, diviene nelle mani di Bacone il metodo universale e assoluto, la via della veritá in tutte le sue applicazioni : l’induzione caccia via il sillogismo, e l’esperienza mette in fuga il soprannaturale. Cartesio, col suo «de omnibus dubitandum», riassume il lato negativo del nuovo movimento, togliendo ogni valore all’autoritá e alla tradizione; e, col suo «cogito, ergo sum», pone la prima pietra alla costruzione dell’edificio, inizia l’affermazione. Come la Riforma, cosi Cartesio pone a fondamento della coscienza il senso individuale; e come Galileo stabilisce il mondo naturale su’ fatti, cosi egli stabilisce il mondo metafisico su di un fatto: «io penso». All’esperienza esterna si aggiunge l’esperienza interna, l’analisi psicologica. L’ente, ch’era il primo filosofico, qui è un prodotto della coscienza, un «ergo». L’evidenza innanzi a’ sensi e innanzi alla coscienza, il senso interno, è il criterio della veritá. Cartesio, che era un matematico, introduce nella filosofia la forma geometrica, credendo che in virtú della forma entrasse nel mondo metafisico quella evidenza ch’era nel mondo matematico. Era un’ illusione, il cui benefizio fu di cacciar via definitivamente