Pagina:Decio Albini - La spedizione di Sapri, Tip. delle Terme diocleziane di G. Balbi, Roma 1891.djvu/22

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In breve fidate sul concorso della nostra provincia in ogni caso. Delle altre vi ho detto quello che ho saputo. Incombe a voi di sapere il resto. Sarebbe anche utile qualche capo, si orizzonterebbe, intanto fidate nella sicurezza completa di costui qua. Ma nol chieggo, sì perchè, se l’aveste avuto senza tanti ghirigori l’avreste mandato, almeno per tenere in serbo il piano, occultato a noi, sì perchè potrebb’essere troppo tardi.

Se non avete mezzi di risorsa, bando alle libidini di vani sacrifici. Riordineremo meglio e per miglior tempo. Si scelga fra due mali il minore. Additatecelo. Rispondete senza ambagi; con calcolo fermo, con lealtà, noi non siamo donne; dite tutto, il bene e il male. Alla patria deve farsi la confessione de’ proprii torti. Così si può andare innanzi. So credete di mandarci in Calabria, indicateci a chi si deve. Potessimo unirci, intenderei precisamente sulla necessità di non potere una provincia sola insorgere. Il governo ha appreso che può rovesciare le forze di una sull’altra.....» (Lettera del 5 Luglio. G. Albini al Comitato di Napoli.)

In un’altra lettera, scritta pure pochi giorni dopo il massacro di Sanza da Giacinto Albini (l’originale di essa conserva la signora Rosa Morici, vedova di Luigi Dragone, donna di animo eletto) trovasi una chiara spiegazione di alcuni fatti notevoli e della condotta tenuta dalla Basilicata. Ne trascriviamo la parte più culminante:

«..... È fatto vostro o di chi? E se vostro qual discolpa pel mistero a chi doveva cooperare, e saperlo per provvedere a guida del luogo dello sbarco, od altro; e in caso di sinistro più oltre ancora fare arrivare l’appello prima delle mosse del Governo. Sappiamo dalle circolari di questo ai giudici, che un’orda di pena evadeva e sbarcava a Sapri; quindi avessero raccolte tutte le forze urbane nei capi luoghi. Benchè incerti, smarriti tra mille dubbi e sospetti, pure si mandarono in quelle parti due a cavallo alla ventura. Toccano Padula il primo a 16 ore. Era cominciato l’attacco — 3000 urbani gli davan contro. Arriva la truppa a diciotto ore. Fuggono parte in ordine, parte sbandati. Ribattono la stessa via tenuti nel venire!! Perchè non afferrare i nostri luoghi? Dunque luoghi, persone capi, contadi ignorano? Perchè prendere sulla strada nuova senza capo, a quattro miglia del capoluogo, Sala, centro di attività governativa che aveva da due giorni prima preveduto a rinforzarsi? Il telegrafo annunziò celeramante il fatto. Si aduna da per tutto forza. Buoni e tristi riuniti sulla scambievole ignoranza. Il pretesto del Governo doveva essere eseguito. Dividere gli azzardi era poscia impossibile. È da pensare che se tutti avessero tirato dritto agli infelici, tutti sarebbero periti in quattro ore di fuoco. Ignoravate voi ed essi che il nerbo dell’insurrezione sta nel frangere le fila del Governo