Pagina:Del riordinamento amministrativo del Regno (Carpi).djvu/4

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assoluta ed evidente necessità, nuoce alla speditezza ed alla potenza dell’azione.

3. Che dal governo deve partire ogni grande iniziativa, ogni straordinario impulso in riverbero del genio e della volontà collettiva della nazione, acciò si ecciti, si educhi e vi s’informi la libera azione individuale, cosicchè la stessa favilla rigeneratrice sotto mille forme faccia concorrere alla grandezza ed alla potenza dello Stato, la mente, l’opera, il senno e la coscienza di ogni individuo.

4. Che per conseguenza la centralizzazione governativa per quanto si riferisce alla politica, all’armata, alle finanze, ed alle leggi, non che tutte quelle accessorie ingerenze che si connettono allo sviluppo di un’azione superiore generale, efficace, ed iniziativa di tutto che possa esservi di grande, di generoso, di utile per un gran popolo, deve operarsi indilatamente, francamente, senza reticenze, e senza lasciare addentellati a funesti risorgimenti di autonomie fra loro rivali, e per speciali interessi spesso riluttanti a ciò che è il bene della nazione.

5. Che le popolazioni di quasi tutti i paesi formanti ora il Regno d’Italia sotto lo scettro del leale e valoroso Vittorio Emanuele furono abituate ad essere rette con mano, ove semibenevole ed ove ferrea, ma sempre ed inesorabilmente guidata dalla volontà dei governanti, a scapito dell’iniziativa e dell’azione libera individuale, in guisa che ora in generale si vuol ripetere, a torto od a ragione, dal governo nel bene quell’azione, quel fare deciso ed energico, che si subiva da più o meno odiati governi nel male. Conviene andare a rilento a far calcolo assoluto, e ciò forse ancora per molti lustri, sull’iniziativa individuale, sotto pena di disillusioni, e di sentire taccia-