Pagina:Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu/221

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— Ma se non è vero niente! — proruppe Anania, pieno di gioia. Si alzò, s’avvicinò alla porta e si mise a fischiare: non capiva più nulla, sentiva il cuore battergli forte. «Il padrone benedirà!» Se il contadino parlava così doveva avere le sue ragioni. Ma perchè Margherita non aveva mai accennato alle buone disposizioni di suo padre? E se le ignorava lei, come poteva conoscerle il servo?

— La vedrò fra poco, — pensò Anania, e tutti i suoi dubbi, le ansie, la stanchezza del viaggio, la gioia stessa delle nuove speranze, tutto dileguò davanti al dolce pensiero: «La vedrò fra poco».



Al lieve tocco della sua mano il portone s’aprì silenziosamente.

— Ben tornato, — mormorò la serva che favoriva la corrispondenza dei due innamorati. — Ella verrà subito.

— Come stai? — egli chiese con voce commossa. — Ecco, prendi un ricordo che ti ho portato da Roma.

— Ma che cosa hai fatto! — ella disse, prendendo subito l’involtino. — Ti disturbi sempre, tu! Aspetta.

Egli attese, appoggiato al muro ancora tiepido del cortile, sotto il cielo velato della notte