Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/132

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presenza di zia Martina e altre ragioni la frenarono. Sospirò anzi, dicendo:

— È ricco sì, beata te; e buono anche!

— E buono anche, — ripetè Columba irritata.

Banna capiva bene che cosa significava quell’accento, e il dubbio che la cucitrice avesse con qualche notizia o con qualche insinuazione messo il disordine nelle idee della sorella si fece certezza.

Ma appunto per questo volle tenersi buona la donna; l’attirò quindi a casa sua con la scusa di farle vedere un corsetto, ma in realtà per impedirle di star oltre con Columba.

Rimasta di nuovo sola questa si rimise a cucire accanto alla porta; ma di momento in momento la sua agitazione cresceva e con l’agitazione la meraviglia di non aver protestato contro zia Martina, la quale probabilmente le aveva riferito i giudizi della straniera per farle dispetto.

Ma forse la fattucchiera è ancora là, da Banna, e continua nelle sue chiacchiere false e maligne. Vinta da un impeto di rabbia Columba butta per terra il drappo che ricama, rovescia il panierino del cucito e balza verso la porta. I ditali e i rocchetti rotolano sul pavimento come fuggendo impauriti dall’aspetto di lei. Ella geme e parole d’ira le escono dalla bocca contratta.

— La straniera malvenuta.... la straniera sfaccendata.... che le importa di me?... E di lei che sappiamo? Sarà lei che avrà ucciso qualcuno.... E la fattucchiera.... e Banna... quella aguzzina.... Adesso, adesso vi dirò....

Aprì la porta, ma non uscì. Margherita la serva del dottore s’avanzava rapida verso di lei e dopo essersi fermata di botto ansando lievemen-