Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/59

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V.


«Il paesetto ove son nato è quasi esclusivamente dedito alla pastorizia. La natura del terreno montuoso, accidentato, non permette l’agricoltura, e d’altronde gli abitanti per l’indole loro speciale non possono abituarsi a lavorare pazientemente la terra. L’uomo di queste montagne è ancora un primitivo e se gli riesce di rubare una capra e di mangiarsela coi suoi compagni o con la sua famigliuola se ne compiace come di una piccola impresa andata bene. Anche a lui, il giorno prima o la settimana prima, è stato rubato un capretto: perchè non dovrebbe rifarsi? E se voi gli dite che ha fatto male si offende, e vi serba rancore come un uomo a cui voi tentiate di togliere qualche diritto. Segregato dal resto del mondo, in lotta continua con i pochi altri suoi simili, spesso coi suoi stessi parenti, col fratello stesso, l’uomo di questo villaggio si crede in diritto di farsi giustizia da sè, con le armi che possiede: la forza muscolare, l’astuzia, la lingua. Egli non sa cosa è la società, e la legge per lui è una forza illogica che bisogna eludere perchè non si può vincere. Del resto ha ragione: la società lontana si ricorda di lui solo per sfruttarlo: gli richiede i tributi, lo costringe al servizio militare, e non lo salvaguarda dal suo nemico, non dai ladri, non l’aiuta quando l’inverno rigido fa morire il suo bestia-

Deledda, Colombi e sparvieri. 4