Pagina:Deledda - Elias Portolu, Milano, 1920.djvu/23

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— Annedda mia, gli uomini son tutti così, — disse l’altra per confortarla. — Non pensano ad altro che alle cose del mondo. Lasciamo andare. Ma cosa stai facendo? Non pigliarti alcun disturbo. Sono venuta per un momentino, e me ne vado subito. Vedo che Elias sta bene, è bianco come una ragazza, Dio lo benedica.

— Sì, sembra che stia bene, grazie al Signore: ha tanto sofferto, povero uccello!

— Ah, speriamo che tutto sia finito: egli non tornerà ai cattivi compagni, certamente; perchè sono stati i cattivi compagni a procurargli la disgrazia.

— Che tu sia benedetta, le tue parole son d’oro, Arrita Scada mia. Ma cosa stavamo dicendo? Gli uomini non pensano che alle cose del mondo: se pensassero appena appena al mondo di là, andrebbero più dritti in questo. Essi pensano che questa vita terrena non debba finir mai; invece è una novena, questa vita, una novena ed anche corta. Soffriamo in questo mondo; facciamo si che questa pulcina qui — si toccò il petto — sia tranquilla e non ci rimproveri nulla; il resto vada come vuole andare. Metti dunque lo zucchero, Arrita; bada che il tuo caffè non sia amaro.