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son giaffà o non giaffà? 97


— Uguali come monete. —

Raccolsero i bei sassi rotondi bianchi e levigati del fiume che parevano frittelline di farina candida, e Giaffà tirò per primo. Il sasso fece quattro balzi:

— Perché mi è scappato di mano: se no posso arrivare fino a sei.

— Ora io. — E tirò Si-moi.

— Ho fatto soltanto tre balzi: tu sei piú bravo di me — disse l’amico in fretta con una falsa modestia, mostrando d’allontanarsi — Addio, Agara.

— Agara? Ma io non sono Agara. M’hai chiamato anche prima Agara, e sono stato zitto perché credevo che avessi bevuto fermento di riso. Io sono Giaffà. —

L’amico gli rise in faccia con molta gaiezza:

— Se è una scusa per tenermi qui a disputare con i sassi sul fiume, io ti posso chiamare anche Giaffà, se ti fa piacere. Ma non capisco mio caro Agara come tu abbia piacere di farti chiamare con il nome di quello scimunito.

— Scimunito sarai tu! E Giaffà non è scimunito — gridò Giaffà. — Va, va, va pure a casa e mettiti sulla stuoia a smaltire il fermento di riso.