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avvenimento; solo qualche uccello cominciava a cantare fra le siepi, ma tosto taceva, quasi impaurito dal silenzio che interrompeva.

Le ore passarono ed il Vicario non venne. Verso le dieci Apollonia senti come un brivido passare per l’aria; anch’ella ebbe un sussulto e sollevò la testa, ascoltando. Le campane suonarono. E attraverso il loro primo squillo risuonò uno sparo, poi un altro, poi altri tre, poi dieci, poi cento. Grida e voci di letizia quasi folle accompagnavano il suono delle campane e lo scoppio delle fucilate ripetuto dall’eco della collina. Frotte di bambini passarono cantando per il villaggio:


Bibu er Deu

Pro su dispettu ’e su Zudeu.1

Lagrime di gioia mistica velarono gli occhi di Apollonia. Ella finì di cuocere il suo pane, le sue focaccie, i suoi dolci pasquali; e nel pomeriggio ricevette da vicini parenti ed amici, e ricambiò regali di pane, dolci, carne. Ad ogni nuovo regalo ella compiacevasi confrontare il pane ricevuto con quello fatto da lei, felice

  1. Vivo è Dio Per dispetto del Giudeo.