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188 i giuochi della vita


— Signor Teodoro, — interruppe Carina, — noi per Natale arrostiremo il cagnolino che ella si è degnata donarmi senza che io ne la richiedessi.

— Senti! senti! — disse Calzi, senza offendersi. — Dov’è l’amico?

E volle vederlo, e osservò che era magro, e che senza dubbio la signora Caterina non gli dava da mangiare.

— Mangia mezzo etto di biscotti al giorno! — disse Goulliau.

— Sfido io se rimpicciolisce! Un etto ce ne vuole, un etto! Sai dove ci sono dei buoni biscotti?... Perchè non lo lascia qui, signora Caterina? Dove lo porta?

— Se lo tenga pure! — disse Carina. — Se lo porti via: noi siamo poveri e nonchè dar da mangiare ai cani non ne abbiamo neppure per noi.

Goulliau la guardò sdegnato, ma la sua stizza cadde davanti alla tristezza vera e profonda di sua moglie. Carina cominciava a soffrire per la sua gravidanza: era pallidissima, con gli occhi cerchiati e le labbra bianche e raggrinzite, con tutto il viso atteggiato a disgusto e sofferenza. Anche Teodoro la guardò alla sfuggita, e involontariamente strizzò un