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i giuochi della vita 195


lo toglieva, giusto ora che gli sposi ne avevano più bisogno. Che poteva farci? Anche egli s’era illuso: soffriva, ma per ora non poteva rimediare. In avvenire, sì; tanto più che aspettava la promozione.

Anche Goulliau aspettava la promozione; ma nel mentre c’era tempo sufficiente perchè Carina, bisognosa di cure, di buon nutrimento, di calore, di tranquillità, si consumasse e avvizzisse nel freddo e nella sofferenza, e il bimbo nascesse rachitico e non trovasse il nido caldo e fragrante che aveva diritto di trovare.

— Oh, piccole miserie della vita; oh, coincidenze dispettose del destino; mancanze umilianti di quel piccolo superfluo che talvolta è più necessario del necessario stesso; occulte anemie della vita, più tristi, più desolanti dell’aperta miseria esposta alla luce e spesso utilmente sfruttata! — così pensavano i Goulliau, che invano ora si astenevano persino di entrare al bar, invano percorrevano enormi distanze a piedi per non pagare due soldi di tram. Invano Carina aveva rinunziato alla serva, al sapone un po’ fino, ai guanti di pelle; invano aveva buttato via dalla finestra, come una carta inutile, il grazioso cagnolino; erano