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Era d’ottobre.

Appoggiato, o meglio arrampicato sul muro rossiccio della vigna, lo studente e giornalista Lixia guardava il paesaggio aspro e melanconico, il cui ricordo gli aveva qualche volta destato impeti di nostalgia.

Era un lembo d’alta pianura, coperto di scopeti, fra il cui verde cupo delineavasi una strada giallognola, larga ma dirupata, e spiccavano roccie rossastre chiazzate di musco rugginoso. Il cielo d’un azzurro cenerognolo pareva ancor più chiaro sulla cupa linea degli scopeti che si diramavano fino all’orizzonte. Solo un’allodola interrompeva col suo grido sfumato il silenzio del paesaggio, e solo una piccola nuvola, bianca e tenue come una piuma, interrompeva la solitudine dell’orizzonte; e pareva che l’allodola, un po’ annoiata e triste,