Pagina:Deledda - I giuochi della vita.djvu/58

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Gli anni sono passati invano, ed ora eccomi qui ancora, povero e piccolo come lo ero da fanciullo! Senonchè allora ero felice ed ora non lo sono più! Fossi rimasto un semplice paesano, un lavoratore della terra, un essere incosciente! Ebbene, — pensò poi, — dopo tutto sono io forse un sentimentale? Sono debole, sono vile, sono piccolo, ecco tutto! Perchè sono ritornato? Per compiere un delitto, studiare le mie impressioni come un eroe di Bourget e scriverne un libro terribile? Sciocchezze, sogni mostruosi! No, sono ritornato perchè non avevo il coraggio, nè la volontà di affrontare la vita, di lottare contro la miseria, di farmi un posto nel mondo. L’anima mia è rudimentale, feroce e debole come l’anima di un bambino. Io sono un abbozzo d’uomo; sono pieno di contraddizioni e mentisco continuamente a me stesso. Finchè ho avuto di che vivere coi danari di “quell’uomo„ mi son creduto qualche cosa, ma s’è visto cosa valgo, quando si è trattato di vivere senza l’aiuto altrui! Ed ora sono qui, e il caffè che bevo, il pane che mangio, tutto, tutto è prodotto del lavoro di mia madre, di quella donna che sognavo render signora e padrona di un palazzo! Eppure, pur compren-