Pagina:Deledda - Il flauto nel bosco, Treves, 1923.djvu/195

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Onesto.

Sul nero di pece delle barche ferme accanto alla banchina del molo, le vele gialle dormono attortigliate come vesti ai loro picchi rossi, mentre le reti rugginose continuano a dondolarsi per aria, da un albero all’altro, pescando le conchiglie e i pesci rossi del tramonto.

È un tramonto insolitamente calmo in questo paese di vento dove tutti gli elementi e le anime sono di continuo in moto: nell’acqua azzurra del canale le barche da pesca si riflettono nitide, coi loro colori caldi di farfalle estive; e lungo la linea della banchina opposta si vedono coppie d’innamorati passeggiare tranquillamente sopra e sotto acqua, in uno sfondo irreale come i loro sogni.

Da questa parte il braccio del molo è più deserto, anzi è deserto del tutto: non c’è che una figurina nera in fondo, e un pescatore in una barca, un bell’uomo anziano, bruno e sanguigno, vestito di quel costume caratteristico fra di marinaio e di vagabondo