Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/340

Da Wikisource.

— 334 —


chè egli aveva sempre creduto che le spese del matrimonio le avesse fatte la maestra.

— Egli aveva cento scudi, egli, che pochi giorni prima moriva di fame! Ed ora che farai, Antoni Maria Mò? — si domandava, battendosi i pugni sui fianchi. — Che farai contro questo Giuda? Egli si riderà di te che ti credi un uomo furbo.

Questo sopratutto gli dispiaceva, e decise di sorvegliare Sebastiana e Bruno, e di scoprire la loro tresca per vendicarsi e poter dire a Predu Maria:

— Tu credi di riderti di me? Ma anche gli altri si burlano di te.

Allora cominciò ad aggirarsi come una volpe attorno alla casa della maestra, e spesso sentiva le chiacchiere delle donne riunite nel cortiletto di Marielène.

Qualche volta esse parlavano male di lui, chiamandolo fannullone, ubbriacone, libertino, e sebbene egli ricordasse il proverbio «chie andat iscurtande males suos intendet»1 pensava con rabbia:

— Ah, ah, belline, fiorellini, modelli di donne oneste! E voi, chi siete, che una palla vi trapassi la milza? Adesso ve lo darò io, vedrete; ve lo darò io il biscotto!

Ma per quanto spiasse non riusciva a

  1. “Chi va origliando mali suoi sente„