Pagina:Deledda - Il ritorno del figlio - La bambina rubata, Milano, Treves. 1919.djvu/121

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Che importa? Che importa? Anche Dio spesso ci dà la felicità a usura: tutto è a usura nella vita: basta sapere anche noi sfruttare bene l’anima e le forze nostre, per poter pagare gl’interessi e profittare anche noi.

Io penso così adesso. Allora non pensavo che a godermi la mia felicità, fatta di speranza, di sogno, di amore: ricetta della vera felicità.

Con quei denari in tasca amavo tutti, anche Tobia, anche il padre di Fiora, anche la zia.

A questa, però, non dicevo ancora nulla. E anche Tobia si guardava bene dal dir nulla del nostro affare.

La vita in casa, continuava come prima: la zia non accennava mai alla cosa che era in fondo a tutti i nostri pensieri, e io pure non mi confidavo con lei: ma la vedevo più seria del solito, preoccupata, e avevo rimorso di darle dispiacere: mi faceva pena, ma non potevo confidarmi con lei. Avevo l’impressione che di noi due la sordomuta fosse lei.

Un giorno le feci sapere che andavo di nuovo a visitare il terreno perché intendevo di mettermi