Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/102

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il gatto dormivano assieme, il cavallo ruminava sotto la corta ombra dell’elce. Dal mare salivano lentamente nuvole argentee che si fermavano sul cielo come una scalinata luminosa.

— Quando sono arrivato, — raccontò Basilio, — ho sentito che ridevano e giocavano sotto gli alberi: mi avvicinai, ma essa non c’era, perchè naturalmente i padroni non le permettono di divertirsi sin dalla mattina. C’erano signori e signore che giocavano alle carte; altri erano sdraiati su cuscini e piccoli materassi stesi al suolo, e dicevano mille sciocchezze. Uno si dondolava entro una rete legata a due alberi.

— Basta. Va avanti. Cosa m’importa di tutto questo?

— No, sentite una cosa curiosa. Quello che stava nella rete prese un fuscello e lo gettò sul collo d’una di quelle signore che giocavano: questa prese un sassolino e lo gettò a uno di quelli che stavano sdraiati: così cominciò una guerricciuola segreta di fuscelli e sassolini.

— Già! — disse Melchiorre con disprezzo, — hanno bel tempo coloro! È la stessa storia del fazzoletto d’iersera. Ma, — gridò poi, — cosa mi importa di tutto questo?