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storielle di zio Bakis e la cena e il vino lo avevano immerso: avvicinandosi alla casa di Paska l’angoscia e la paura lo riprendevano. L’avrebbe dunque riveduta fra poco, fra cento, fra cinquanta, fra venti passi! Li contò, a capo chino, e al rumore dei suoi scarponi ferrati s’accompagnava il palpito del suo cuore.

— Se son più di venti passi ella aprirà, se no, no.

E furono più di venti, perchè egli volle così; ed ella aprì.

Aprì, lo attirò dentro, chiuse la porta. La luce scendeva dall’alto, giù per le pareti della scala bianche polverose; gli scalini d’ardesia, turchinicci ed umidi, la balaustrata nera che sembrava un serpente, le ombre che vagavano sul pavimento rotto, ogni cosa aveva alcunchè di triste e di equivoco in quel pianerottolo umido simile al fondo d’un abisso; e Basilio, guardava in alto per cercare il lume, e pensava che per goder la compagnia di Paska meglio di quel luogo era l’orizzonte rosso di Monte Bidde. Ma a un tratto Paska gli prese le mani e cominciò ad accarezzarlo. Egli ricordava la gattina dell’ovile, tale e quale così, come Paska, tutta calda e molle: e non sapeva se do-