Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/181

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delle erbe, il susurro della selva e del vento.

Una scossa forte, una voce brutale lo destarono.

— Cos’è?

— Levati, vattene, ch’è ora.

Gli occhi gli si aprirono a stento e videro l’ingrata figura di zia Bisaccia ritta fra quegli uomini ubbriachi addormentati per terra.

— Non hai sentito? È ora di partire.

— Vado, vado! — egli disse spaventato.

E si alzò, uscì barcollando nel cortile. L’aurora invernale gettava un triste chiarore sul terreno indurito e imbiancato dal gelo; il cielo s’era fatto basso e bianco: il vento taceva. Basilio rabbrividì, ripreso dal desiderio di correre da Paska per rivederla, per sapere, sapere, sapere.... Perchè lo aveva svegliato quella strega di zia Bisaccia? Perchè non lo lasciavano neppur dormire? Perchè zio Bakis era così maligno? Perchè i suoi figliuoli così malvagi? Perchè Paska non poteva essere sua moglie, subito? Perchè faceva tanto freddo? Perchè il mondo era così brutto e la vita tanto triste?

— Cosa fai lì? — urlò la donna, affacciandosi con la tasca e porgendogliela.