Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/256

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che la luce del vespero illuminava ancora le roccie.

Lassù era il dominio della pietra, e le creste della montagna dovevano ergersi vicine, forse sul suo capo stanco. Qualche soffio di brezza gli gelò il sudore che gli inumidiva la nuca, dandogli un senso d’angoscioso raccapriccio. Ebbe il desiderio di gridare, domandando aiuto, eppure non si pentì di essere partito. Solo disse:

— Dove sono? O Signore mio, ritornatemi nella via buona, o sia fatta la vostra volontà. Forse non troverò la via, e passerò una ben triste notte; ma mio figlio forse non soffre anche lui? E Cristo non ha sofferto per tutti noi?

Riprese la via, e nel profondo dell’anima quasi si rallegrava dei suoi patimenti.

Il bastone tornò a batter le roccie, di sopra, di sotto, di fianco. Spesso zio Pietro doveva arrampicarsi per superare la salita; una volta trovò il vuoto davanti e sotto di sè, e sentì la brezza soffiargli forte sul viso. Pensò:

— Sono in cima. Se potessi trovar la discesa!

Ma dovette indietreggiare, ridiscendere, tentar un altro punto. Qui gli parve di