Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/44

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Un’angoscia mortale lo opprimeva: pensava puerilmente che Melchiorre non sarebbe tornato mai più, che Basilio lo avrebbe abbandonato, che egli sarebbe rimasto solo su quel limitare, davanti al buio eterno.

Gli sembrava di piombare in un abisso: ed aveva due grandi occhi spalancati, ma con essi non vedeva che una immensità vuota e nera, solo in quella sua notte eterna, più angosciosa della morte stessa.


III.


Melchiorre attraversò a passi rapidi ed agili la radura, fermandosi nel sentiero accanto alla chiesa, dietro un tronco d’elce biforcuto che gli permetteva di assistere, non veduto, come da un finestrino, alla scena che gli si svolgeva davanti.

Un gran fuoco rischiarava il bosco: quasi tutti i novenanti stavano là attorno aggruppati e ridevano. Un cagnolino nero, il cui collare di ottone scintillava al riflesso del fuoco, abbaiò dietro Melchiorre, facendo atto di slanciarglisi contro, senza osarlo.