Pagina:Deledda - L'argine, Milano, Treves, 1934.djvu/286

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PARTE QUARTA

Noemi, è necessario che io ti scriva ancora una volta, per la tranquillità stessa della tua vita, e sopra tutto della tua coscienza. Ricordo perfettamente, parola per parola, il nostro ultimo colloquio, e la tua angoscia, le ombre che la mia scura pena gettavano sulla tua casa tranquilla. Tu non hai più risposto ai miei vani lamenti; e forse hai fatto bene: il tuo silenzio è per me più profondo di ogni parola. Ma non devo tacere io, di fronte a te: e molte cose sono accadute, in questi ultimi tempi, che tu non devi ignorare. La più importante è che ho fatto pace con la famiglia Decobra: il padre della povera morta, malato da parecchi anni, si è aggravato: inerte e già spento in ogni sua volontà, non desiderava veder nessuno, seppure non respingeva nessuno. Padre Leone è riuscito ad avvicinarlo: la sua fede, che è realmente sincera e non ignara né inattiva, ha come riacceso una debole luce nello spirito dell’infermo: