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anime. Se Annarosa ed io vogliamo unirci così, a voi che importa? Che diritto avete voi di dubitare delle nostre azioni future? Perchè volete adesso che io rompa la promessa? No, no, io non voglio, e neppure lei lo vorrà.

— Ciarle, ciarle! Io non intendo tutte queste cose. Io e tua madre abbiamo sempre amato le cose chiare! e lei aveva quasi l’istinto del pericolo che tu correvi, se si opponeva, lei sola, al progetto di questo matrimonio. Capiva, lei, che la ragazza ti avrebbe sposato solo per interesse. E così sarà, Stefene! Così sarà, se tu non darai retta a me.

— Ah, babbo! Voi mi ferite. Io non voglio nulla da voi. Posso vivere del mio lavoro. Fate voi della vostra roba quello che più vi piace.

— Io non devo vivere cento anni!

— Io spero che voi camperete più di me. E siete forte ancora e potete farvi un’altra famiglia. Tenetevi tutto; ma lasciatemi vivere a modo mio. Se mi volevate in tutto somigliante a voi dovevate lasciarmi com’ero nato, come voi. Ma anche così come sono, nè voi nè altri può trovare da ridire sulla mia buona fede, sulla mia volontà di essere in regola con me stesso. Nessuno.