Pagina:Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu/216

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alzò e vide che il piccolo orologio, buttato là sotto, camminava ancora.

Lo riprese, ma non lo rimise al collo: e scese giù dalla nonna.


La nonna era già al suo posto, e intorno a lei la giornata ricominciava, al solito. Tutti però avevano un’aria scura come dopo una notte di disordine, e tutti tacevano, cercando di evitarsi, ma spiando l’uno ciò che faceva l’altro.

Zio Juanniccu era già uscito; Agostino si preparava da sè le provviste per la giornata, chinando molto la testa nell’annodare il tovagliolo col pane prima di metterlo nella bisaccia. Era pensieroso, aggrottava le ciglia e guardò minaccioso la servetta senza rispondere a qualche cosa ch’ella gli diceva: salutò appena la nonna, poi montò sul cavallo che fremeva tutto come dentro un bagno, in quell’aria profumata del mattino di maggio, e partì premendogli insolitamente lo sprone sul fianco.

Annarosa andava e veniva, e s’accorgeva che la matrigna non abbandonava un momento solo la stanza o v’era la nonna. D’altronde ella non voleva par-