Pagina:Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu/226

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— Tu sei buono, — ella disse sempre più turbata, portata su e giù da un’ansia che le toglieva il respiro.

Ogni parola di lui la sollevava e nello stesso tempo la ricacciava nel sospetto. Egli dunque capiva il segreto pensiero di lei, poichè parlava in quel modo, e si difendeva, e difendendosi si accusava.

— No, non sono buono, — egli ribattè. — Non lo dire più; non farmi dispetto. Sono come gli altri uomini, nè più buono nè più cattivo. Solo, permettimi di spiegarmi meglio; io ho fede in te; tu non mi hai ingannato mai, neppure per un momento; accettandomi, sapevi quello che facevi: volevi essere mia moglie, e una moglie fedele e onesta. E neppure io ti ho ingannata. Volevo essere tuo marito, e un marito fedele e onesto. Questa è la verità, Annarosa, e null’altro. Ed io credo in te, adesso, mille volte più di prima, e se tu vuoi, io sono qui pronto a cancellare quanto è passato fra noi in questi pochi momenti, e riprendere la via assieme senza parlare mai più di questo.

— Da ieri notte, — egli riprese con voce sorda dopo un momento di esitazione, — un’ombra si è messa fra me e te, e ci separa; perchè non dobbiamo vincerla quest’ombra? Perchè non dobbiamo