Pagina:Deledda - La fuga in Egitto, 1926.djvu/226

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accuratamente. — L’uomo soffre più o meno, e fa più o meno soffrire a seconda della costituzione del suo cuore. È inutile cercare l’origine dei nostri mali, fisici o morali, negli altri organi: quando il cuore è ben piantato in mezzo al corpo, e dà ordini precisi al sangue, tutto va bene; è come il comandante di un esercito. Il suo cuore è buono: non si preoccupi dunque se un po’ di bronchite le dà quest’affanno. Cerchi di sudare: latte caldo e coperte di lana: basta.

Nel pomeriggio la febbre e l’affanno aumentarono: se si avvicinava al lettuccio, Ornella aveva l’impressione di essere davanti ai fornelli quando la pentola vi brontola su. Il malato taceva, non si lamentava neppure quando la tosse rantolosa lo costringeva a sollevarsi e spasimare: e lei lo guardava spaurita, incerta se doveva mandare o no ad avvertire i parenti di lui.

Questo stato di cose fece dimenticare ad entrambi la strana visita della sera prima; anzi, nei momenti di requie, quando il pensiero si salvava dall’oppressione del male, il maestro confondeva la figura del parricida con le altre che l’incubo della febbre gli faceva passare in mente. Tutto era stato un sogno; tutto era un sogno, e la sua vita stessa che si dileguava come quella triste giornata di pioggia non era che un sogno.