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168 la via del male

del suo profilo acquilino vagava sulla parete come il profilo d’un uccello di rapina.

Maligne visioni apparivano: ecco, zia Luisa rideva di gioia; il suo insolito riso aveva qualcosa di lugubre, quasi d’osceno; il suo fuso cigolava, emetteva uno stridio misterioso come di porta arrugginita che s’apra lentamente; zio Nicola raccontava le sue antiche avventure amorose, con particolari voluttuosi, e Pietro si sentiva ardere di desiderio. Ma d’improvviso tutto taceva: le figure dei padroni sparivano, il fuoco si spegneva a poco a poco. E nella penombra rossastra si delineava un gruppo: un uomo e una donna avvinti, con le labbra unite.

Erano loro: Maria e Francesco.

Pietro balzò su, coi pugni stretti, si slanciò, attraverso il focolare, verso l’insopportabile apparizione.

Ma dal pavimento alla parete spruzzata dal chiarore rosso del fuoco semispento si mosse solo, gigantesca e deforme, un’ombra che parve battere e spezzarsi la testa contro il tetto.

Pietro tornò a sedersi per terra e si portò le mani alla testa: sì, gli pareva davvero d’aversela fracassata. Di nuovo udì il galoppo lontano di molti cavalli, un rumore di pietre cadenti su pietre: e il sangue gli velò ancora gli occhi.

Un lieve rumore nel cortile lo richiamò in sè.

— È lei? Oh, se venisse, se mi dicesse: è tutto un sogno, Pietro: eccomi, son tua ancora...

Ella non venne, ma bastò questo momento di speranza per rammollire il cuore del disgraziato.