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202 la via del male


— Come sei bella! — esclamò.

Vestita da sposa, coi fianchi prominenti, la vita fortemente stretta da una cintura d’oro, e il busto ben disegnato dal corsetto di raso bianco ricamato, Maria era di una bellezza classica: la benda bianchissima che lasciava trasparire il colore roseo della cuffietta, e non nascondeva i lunghi pendenti di corallo, le circondava il viso come di un’aureola lunare.

Solo un’altra volta Francesco l’aveva veduta altrettanto bella, sebbene d’una diversa bellezza: la notte di Gonare.

E glielo disse, avvicinandosele, carezzevole, e aggiustandole con mani un po’ tremanti il nastro del ricco grembiale.

— Che matto! — ella rispose, dandogli un colpettino sulla mano, con la medaglia d’oro del suo rosario di madreperla.

— Andiamo, — disse la sorella di Francesco. — Scherzerete dopo.

Ma egli cinse la vita di Maria, e volle baciarla.

— Ah, — ella disse, svincolandosi — Tu vuoi dunque comunicarti in peccato mortale?

— Se i baci son peccati, quanti ne faremo!

Ella s’avviò: un’ombra le oscurò nuovamente il viso: il ricordo dei baci di Pietro le attraversava la mente. Ma subito altre cure la richiamarono alla realtà, e il sorriso della sposa felice tornò a illuminarle gli occhi. Il corteo nuziale fu ordinato da zia Luisa.